GIOVANNI ORSOMANDO
alla riscoperta di un grande compositore della tradizione bandistica italiana e delle sue marce sinfoniche rare e dimenticate
Giovanni Orsomando, verosimilmente, è una tra le figure più significative, se non addirittura il più grande esponente, del panorama bandistico italiano del secolo scorso al quale viene attribuita, tra l’altro, la paternità della “Marcia Sinfonica”. A renderlo celebre tra i cultori della musica per banda sicuramente sono state le sue composizioni di maggiore successo quali Annina, Anima Festosa, Frentanina, Pupetta innamorata, Cuore abruzzese, Nostalgia, Gaia, Banda Sucre che, da oltre cinquant’anni, continuano ad essere eseguite delle bande musicali italiane e d’oltre confine.
Popolarità a parte, però, esiste una produzione del tutto sconosciuta di questo autore. Sicuramente la scomparsa della maggior parte delle case editrici, che hanno pubblicato le composizioni di Giovanni Orsomando, non ha permesso a questa generazione di conoscerle e continuare a goderne la musica. Di contro, niente è stato fatto fino ad oggi, se non isolate iniziative o presunte tali, per recuperare questo grande patrimonio musicale ed artistico.
Questa iniziativa, in passato, è stata per ben due volte proposta: agli inizi degli anni '40 la Fonit Cetra registrò 12 marce sinfoniche di successo del maestro Giovanni Orsomando eseguite della Grande Banda Presidiaria della Milizia diretta dall'autore. Purtroppo, a causa dei bombardamenti dell'aviazione inglese su Torino nel corso della Seconda Guerra Mondiale, le matrici di dette incisioni vennero distrutte; sul finire degli anni '50 la Banda dell'Esercito Italiano, diretta dal maestro Amleto Lacerenza, incise per la Casa Musicale "Pucci" di Portici (PA) il famosissimo fascicolo fascicolo n° 47 (Anima Festosa–Annina–Frentanina–Pupetta Innamorata) il cui vinile oggi è praticamente introvabile.
Motivo per cui, ancora una volta, forse l’ennesima e senza presunzione alcuna, un elogio in tal senso va fatto alla Storica Banda Musicale “Francesco Bajardi” di Isnello da anni protagonista di una stagione rinnovatrice, feconda di idee e di progetti come nessun altra realtà, di pari categoria, su scala nazionale. Ad essa il merito di questa prestigiosa quanto importante attività culminata nell'incisione di due cd contenenti 28 marce sinfoniche rare e dimenticate della produzione del maestro Giovanni Orsomando.
Il progetto, per il valore che ha rivestito per l'intero panorama musicale e culturale italiano, è stato inserito nel Progetto di Salvaguardia del Patrimonio Musicale Tradizionale promosso e finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Grande l'attenzione degli esperti del settore: a sostegno di tale iniziativa il maestro Fulvio Creux, la storica Casa Musicale "Tito Belati" di Perugia, l'Accademia Musicale "Stupor Mundi in primis tra l'interesse generale mostrato da musicologi, maestri direttori e compositori, musicisti e semplici appassionati.
Segue una delle recensioni inserite nel booklet interno al cofanetto che riassume l'importanza ed il valore di tale iniziativa.
UN CD PER GIOVANNI ORSOMANDO OVVERO "UNA LEZIONE DALLA SICILIA"
a cura di Fulvio Creux
direttore, compositore, didatta già direttore delle Bande Musicali della Guardia di Finanza e dell'Esercito Italiano
Iniziare la presentazione di un CD dicendo che è “un grande onore” essere stato chiamato a realizzarla può sembrare scontato: lo dico comunque, a rischio di essere banale.
L’iniziativa della Storica Banda Musicale “Francesco Bajardi” di Isnello (Pa) è un qualcosa di molto particolare e – nel nostro piccolo ambiente bandistico – assolutamente rara e importante.
Mi spiego meglio partendo da una constatazione, che lego alla Sicilia per dovere d’ospitalità.
Cosa c’è di famoso in Sicilia, da mangiare? I cannoli, le arancine, la pasta “alla Norma”; e quali grandi artisti vi sono nati? Antonello da Messina, Bellini, Pirandello, per esempio.
Lasciamo da parte la Sicilia e veniamo alla musica: quale grande autore ha scritto, per esempio, brani famosi per Clarinetto? Cito solo due nomi: Mozart e Weber.
Cannoli, arancine, Mozart per Clarinetto e Weber, tutte cose “famose” nel loro ambito; tutte cose delle quali chiunque può fruire: i cibi famosi si gusteranno nei ristoranti, i brani famosi si potranno ascoltare in disco o comprare nei negozi.
Mi scusi il lettore per quest’apparente divagazione, ma ciò che ho detto è necessario per evidenziare quanto è strano il mondo della Banda Musicale (o Orchestra di Fiati che dir si voglia).
La storia e la tradizione bandistica hanno tramandato, come emblema storico della banda italiana, un nome: Alessandro Vessella. Orbene, tra chi con probabilità mi leggerà, c’è qualcuno cha ha mai sentito “una nota” scritta da Vessella, qualcuno in grado di acquistare un suo brano o di trovare un disco con musiche sue?
Ecco, dunque, la stranezza del nostro ambiente bandistico: a differenza di tutti gli altri campi e attività del vivere sociale, pone al vertice della propria rappresentatività un nome del quale nessuno (o al massimo ben pochi) sono in grado di trovare riscontri pratici nell’attività quotidiana. Se questo è avvenuto per il “nume tutelare” della banda italiana, è avvenuto in buona parte anche con Giovanni Orsomando.
Sicuramente il compositore di Casapulla è stato più presente nel tempo, nella realtà vivente dei complessi, con i suoi brani, che non il suo predecessore: probabilmente quello di Orsomando è il primo nome di autore italiano ad aver varcato, con la pubblicazione di alcune sue opere all’estero, i confini del bel paese.
Ciò non di meno le sue opere eseguite si riducevano – rare eccezioni a parte – a pochi titoli, i più noti e celebrati: è solo con la produzione di questo cd che si è colmata un’evidente lacuna e che si è resa finalmente giustizia ad un autore e, con esso, alla musica per banda “storica” italiana.
Tra le varie possibilità che il catalogo orsomandiano rendeva possibili è stata scelta quella più significativa: un excursus storico – cronologico sulle sue “Marce sinfoniche”, il genere che lo ha reso principalmente famoso e che meglio di tutti rappresenta (così come il Paso doble spagnolo)
Colmare questo vuoto non è stata cosa facile; ha richiesto almeno quattro tappe:
a) la “ricerca” di brani non consueti o inediti; b) la copiatura del materiale per renderli suonabili o, addirittura, l’adattamento al moderno organico strumentale; c) lo studio individuale e le prove d’insieme dei brani, fino a giungere a... d) la loro registrazione.
Ecco perché il lavoro merita grande rispetto e grande attenzione: perché recupera e nobilita la tradizione bandistica italiana, troppo trascurata, troppo negletta, troppo spesso sostituita da repertori che a essa non sono certamente positivamente affiancabili.
Ma non è solo sotto il profilo storico/musicologico che questa produzione va ammirata: va ammirata anche perché i componenti della Banda, dal Maestro Giuseppe Testa all’ultimo “musico”, hanno messo il massimo impegno per produrre registrazioni di qualità in brani (le marce sinfoniche) che troppo sovente sono suonati addirittura – in una non condivisibile pratica specie nelle bande “da giro” – senza che il maestro le diriga.
Concludo evidenziando una cosa: non da una città è giunta questa iniziativa; tra le città, non da Roma, dove hanno sede ben sei Bande Professionali di stato; essa è giunta da un piccolo paese “di montagna” della Sicilia. Testimonianza che impegno e cultura, nel settore culturale/bandistico, non sono prerogativa dei grandi centri, ma di chi si “rimbocca le maniche” e – con passione e competenza – produce fatti e non parole.
Questo deve essere il più grande motivo d’orgoglio per l’Associazione Musicale Culturale “Francesco Bajardi” di Isnello: adesso si capirà a pieno il perché il dirmi “onorato” di aver scritto questa presentazione non era una cosa di circostanza, ma una esigenza del mio sentire di musicista.
Promo del cd